SteamWorld Dig 2 è un platform 2D con molti innesti di altri generi sviluppato da Image & Form e disponibile per Nintendo Switch (21 settembre), Steam (22 settembre), PlayStation 4 e PlayStation Vita (27 Settembre). Noi di Gamempire abbiamo potuto provare la versione per Nintendo Switch e addentrarci nella sua struttura mineraria.
Il salvataggio di un amico è solo l’inizio
Ci eravamo lasciati con robotico Rusty che salvava la cittadina di Tumbleton da una minaccia meccanizza con la piccola Dorothy a fare da comprimaria. Questa volta la protagonista è propria quest’ultima entità meccanica che si addentra nelle viscere del suolo di El Machino alla ricerca proprio di Rusty e dell’origine di alcuni misteriosi terremoti. In questa maniera molto convenzionale parte SteamWorld Dig 2 portando il giocatore ad intraprendere il suo viaggio al la scoperta dei misteri di questa terra dove gli uomini sembrano essere scomparsi e tutto è popolato da robotici umanoidi.
A dire il vero i primi minuti di gioco potrebbero sembrare banali e rimandare a tanti titoli già visti, eppure, una volta imbracciato il piccone, scesa la scaletta per le miniere di El Machino e iniziata la campagna di scavo tutto cambia. Quello che poteva sembrare un banalissimo gioco platform in 2D si tramuta in un immenso e intricato reticolo di caverne pronte per essere scavate in altezza e larghezza.
Quello che stupisce sin da subito è la caratterizzazione dei personaggi che, complice anche uno degli ultimi update disponibili, permette di interagire con gli NPC in completo idioma italiano senza star lì a interpretare e tradurre. Quello che stupisce di più è quanto semplice sia seguire la missione principale, con punti precisi da raggiungere, ma quanto altresì sia facile perdere di vista l’obiettivo e trovare piacere nel raccogliere gemme o scoprire e risolvere i puzzle delle varie caverne secondarie. Scavare non ha semplice funzione di liberare la strada verso un obiettivo ma è necessario anche per raggiungere pietre preziose e ingranaggi, indispensabili per potenziare il robot Dorothy.
Sono un robot, faccio ciò che voglio
Sarà molto utile, soprattutto nelle prime fasi, capire quali sono i blocchi da rompere e quali da tenere integri per poter raggiungere punti pieni di materiali o tornare indietro a consegnare tutto il carico per ottenere il denaro necessario a migliorare le varie parti del nostro personaggio. Ma non ci sarà nulla di irrimediabile e si potrà sempre trovare una via d’uscita a quasi ogni situazione. Grazie ad un level design davvero impeccabile, tra strade alternative, tubi di teletrasporto e accessori variegati, ci saranno tantissime possibilità di approccio al gioco tutte valide.
Per di più non esiste un approccio unico al gioco: non sarà necessario per esempio ingaggiare in nemici, se si esclude qualche necessario scontro. L’essenziale in SteamWorld Dig 2 è esplorare godendosi gli eccellenti puzzle ambientali. Andare alla ricerca dei potenziamenti o filare dritto all’obiettivo successivo, aggredire i mostri oppure mantenere un approccio più stealth sono tutte alternative valide.
Eppure sarebbe un peccato perdersi i vari puzzle presenti nelle stanze segrete. Qui lo sviluppo e progettazione degli enigmi è così efficace che si raggiunge quel giusto livello di accessibilità e tasso di sfida tale che ogni giocatore si sentirà a suo agio e senza la sensazione di possibile frustrazione.
Forse l’unico difetto reale del gioco sono i nemici e i boss che sono in numero esiguo e forse poco differenziati. Nonostante questo, affrontarli sarà una questione di tecnica e sarà necessaria la capacità di sfruttare l’ambiente più che la forza bruta.
Il piccone in una mano, Il martello nell’altra
Considerato che il gioco si finisce senza in 10/15 di ore (chi vi scrive ha completato il gioco in poco più di 10 con la metà degli oggetti e collezionabili recuperati) potrebbe sembrare che SteamWorld Dig 2 sia poco longevo, ma la quantità ridotta di ore di gioco è compensata dalla loro qualità che non mancherà di lasciarvi nella mente immagini indimenticabili. A questo si aggiungono le ore extra per la risoluzione di tutti i segreti.
Dove Image & Form ha lavorato in maniera eccelsa è nel parco upgrade del robot Dorothy. Ogni aggiornamento sbloccato permetterà di avere una marcia in più ma anche un ventaglio di nuovi modi di vedere, gestire e plasmare i blocchi distruttibili. Tutti questi upgrade, dal rampino al pugno pneumatico al jetpack, disporranno di miglioramenti, ottenibili tramite il denaro realizzato con le gemme, che non solo ne miglioreranno l’efficienza, ma sbloccheranno delle abilità speciali che potranno essere gestite tramite gli ingranaggi trovati nell’esplorazione e nelle caverne secondarie.
La particolarità è che si potranno volta per volta scegliere quali abilità attivare o disattivare sul banco del meccanico a seconda delle esigenze. Questa componente RPG permette di ampliare l’offerta di gameplay già di per sé ottima. Chiamarlo platform 2D o sandbox sarebbe riduttivo perché SteamWorld Dig 2 riesce a fare una commistione di generi coerente e appagante sia in modalità TV che in modalità portatile, quest’ultima maggiormente consigliata perché il ritmo del gioco e la frequenza di salvataggio si adattano perfettamente al gioco fuori casa.
In qualche rara occasione abbiamo notato una leggera imprecisione in alcuni comandi di gioco (quella più complessa è quella sul puntamento del rampino mentre si è in situazione di emergenza), ma si tratta di nei davvero minimi per una generale esperienza di gioco mai scomoda nei comandi. Un ultimo piccolo appunto riguarda la IA dei nemici buona, ma in alcuni casi fin troppo accessibile. Ma del resto non sono gli scontri l’anima del gioco.
Ingranaggi ben oleati
Un ulteriore salto di qualità rispetto al precedente episodio è stato realizzato anche sotto l’aspetto grafico. I modelli dei personaggi sono più morbidi e sinuosi, i nemici sono più dettagliati e i movimenti sono meno macchinosi. Lo stile fumetto è rimasto, ma le texture degli scenari offrono un impatto visivo più dettagliato e tridimensionale con sezioni dall’ambientazione e scenografie differenti sempre un piacere per gli occhi.
Gli effetti di luce e particellari sono semplici, non invasivi, ma talmente integrati con lo sfondo e l’azione di gioco che paiono davvero pregevoli. Come detto la quantità ridotta di scontri, e il loro ruolo secondario nel gameplay, non offre tante battaglie, ma il tutto compensato dalla discoperta progressiva di nuove aree.
Ancora una volta come nel primo episodio, la campionatura dei suoi offre un piccolo spettacolo che si mette sempre a disposizione dell’azione di gioco. In ogni cambio di area di gioco è quasi impercettibile il passaggio da una traccia all’altra. Molto validi anche gli effetti sonori sia nelle fasi di combattimento che in quelle di movimento e interazione con il mondo.
Non esiste macchina a vapore che tenga, non esiste ingranaggio che regga, non c’è robot che possa resistere, SteamWorld Dig 2 ha il potere di una calamita, la forza di un caterpillar e l’appeal di una auto sportiva. Non fatevelo scappare.