The Last of Us – Parte 2 nasce dalle ceneri di promesse sospirate al vento e siglate da uno sguardo. Nel precedente capitolo Joel promette ad Ellie di insegnarle a suonare la chitarra e a nuotare. Quante volte abbiamo dovuto trovare pedane per trasportare Ellie da una riva all’altra? Joel comincia ad avere qualche anno sulle spalle ed è stanco di fare da traghettatore di ragazzine immuni. The Last of Us – Parte 2 comincerà a mostrarsi al videogiocatore proprio da questi piccoli feticci: Ellie suona la chittarra e tramite il touchpad del controller potremmo pizzicare virtuale le corde e nei momenti più concitati, potremmo nuotare e immergerci per sfuggire ai pericoli. Se si comincia da una promessa, questo secondo capitolo nascerà da un’altra promessa.

Presagio di sventura

Non nascondo che è praticamente difficile parlare e raccontare un titolo quale The Last of Us – Parte 2 senza cadere nello spoiler. Mi perdonerete già da ora la mancanza di informazioni più dettagliate, ma mai come in questa occasione il nuovo titolo Naughty Dog è da esplorare sin nel suo piccolo dettaglio. Impossibile dunque descrivere la sensazione che restituisce un piccolo dettaglio visivo o sonoro, meglio viverlo sulla propria pelle.

the last of us parte 2 recensione

In questo secondo capitolo gli sviluppatori sono partiti da due basi solidissime: The Last of Us e Uncharted 4. Senza troppe sorprese direte voi, eppure l’esperienza passata è stata importantissima per impostare il world building di questo sequel, assieme a tutte le migliorie tecniche del caso. Le diverse zone della mappa saranno incredibilmente più grandi, senza cadere nel trabocchetto del classico open world privo di vita. Certo nella Seattle che attraverserà Ellie di vivo ci sarà ben poco, tra infetti e fazioni di predatori pronti a uccidere la ragazza, dunque la struttura delle mappa sarà molto simile a quelle già viste in Uncharted 4, con uno stile sempre a corridoi, ma molto più grandi e ampiamente esplorabili.

Perdere del tempo in più ad esplorare ogni singolo pixel della mappa, ci ripagherà sempre con qualche arma utile nell’arsenale sempre privo di troppe pallottole, oppure con equipaggiamento prezioso. Il crafting sarà lo stesso, tra bombe trappola o molotov, come sarà uguale anche la gestione delle armi. Torneranno anche i banchi da lavoro e gli integratori per aumentare le abilità di Ellie, ma ora parliamo proprio di lei.

Ragazza guerriera

Ellie è cresciuta, ha nascosto il morso, simbolo della sua immunità, con un tatuaggio. Si rende utile a Jackson come può e mentre cerca il suo posto nel mondo trova anche l’amore con Dina, ragazza con qualche trascorso un po’ burrascoso. Sono due adolescenti, si vogliono bene, si amano, si scambiano dolci baci dal sapore caldo di erba mentre si imboscano in salottini fuori dagli sguardi indiscreti di altri.

Nella loro cittadina la vita scorre tranquilla. Ci sono le pattuglie per controllare che la zona sia priva di infetti o di temibili clicker e i corrieri per i giusti rifornimenti. Ma ci sono anche i bar e i luoghi di incontri e c’è anche chi perde tempo a odiare due lesbiche invece di godere di uno scorcio di normalità in un mondo a cui – forse – Joel ha proibito un vaccino. Nonostante questo secondo capitolo sia ambientato cinque anni dopo quel tragico finale figlio dell’egoismo, sembra di essere subito lì, a una manciata di giorni dopo, a subire le conseguenze di quel gesto. In questa ottica, con i continui e incredibili twist che capitano a questo The Last of Us – Parte 2, il primo capitolo acquisisce una forma di antipasto; un prologo necessario per ciò che vivremo a breve sulle nostre mani.

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La cura del dettaglio

Siamo rimasti tutti impressionati dalla quantità di dettagli vivi e dinamici durante l’esecuzione di Uncharted 4. Addirittura alcuni scoprirono tempo dopo che anche i peli sul petto che uscivano dalla maglietta di Nathan Drake, avevano una loro e propria fisica. The Last of Us – Parte 2 riprendere proprio da questi piccoli dettagli. Amanti feticisti audiovisivi, fatevi sotto, qui c’è pane per i vostri dentri.

Le ferite sul volto di Ellie, i modelli poligonali rifiniti e come questi rispondono in ogni situazione. Se incastrata tra due fessure, Ellie eseguirà il movimento migliore per sgusciare fuori. Quando ci immergeremo sott’acqua, toccando fondo, ella cercherà di mantenere l’equilibrio tendendo le dita verso, muovendole per andare contro la gravità. Lo stesso trattamento è dedicato al suono delle armi, con un missaggio di ricaricare e impugnatura da far venire i brividi. Specialmente nei banchi da lavoro, dove Ellie si mostrerà un’armaiola provetta, le modifiche avverranno tutte in tempo reale e rispettose dei piccoli dettagli riguardo impugnature, canne, grilletti e tanto altro.

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La risolutezza di Ellie non è frutto di una necessità videoludica fuori contesto: parliamo di una ragazzina che aveva già ucciso anni prima, per sua difesa e per salvare Joel. Oggi non è più una bambina, ma una donna, cresciuta ma non ancora matura e l’avventura che vivrà sarà fondamentale per crescere come donna e seminare i giusti frutti da raccogliere per il domani.

Sangue, vendetta, disgusto emotivo, egoismo

C’è qualcosa di molto importante da sottolineare in questa opera: può non piacere a tutti, proprio nel momento in cui il gioco cerca di maturare ed essere qualcosa di più. L’indiretta responsabilità delle azioni ci coinvolge anche questa volta. Nel 2013 siamo stati noi a impartire i comandi giusti che hanno permesso a Joel di fare una strage di Luci e salvare Ellie. Sette anni dopo questa situazione si ripropone, più violenta che mai. Adesso controlliamo Ellie, e ora dopo ora, la collera, il desiderio di vendetta, gli occhi iniettati di sangue, l’estrema violenza diverranno temi a supporto di azioni che dovremo condividere.

Ci saranno dei momenti dove tutto ci sembrerà eccessivo, totalmente fuori controllo e fuori da ogni logica. Ellie diverrà anche più magra, un corpo consumato e bruciato dall’odio e dalla vendetta. Muterà e cambierà con il prosieguo della storia e ci chiederà di comprenderla, come di giustificare tutti i suoi gesti. Qui si mette in atto una complessa macchina narrativa che mette in discussione ogni singolo personaggio. La finalità è la stessa; in un mondo allo sbando, ci sono interminabili scale di grigio. Il bene e il male assoluto sono ormai ricordi di una società civile che non esiste più. Nelle stesse piccole città ci si adegua e ci si rispetta come possibile, per la beata convivenza comune. Ma è nella tormenta di neve fuori dalle mura che qualcun’altra sta covando un altro odio, una forza inarrestabile che si scontrerà con la volontà e la forza di Ellie.

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Ellie in questo viaggio affiancherà la sua maturazione, sia come donna, con piaceri terreni, sessuali e ideologici che affronterà progressivamente. Lo sforzo maggiore è del videogiocatore, in special modo nelle fasi finali. Arriviamo allo scontro finale con un susseguirsi di eventi, situazione, segreti e twist. Nella nebbia e nel grigio cielo affronteremo una scontro finale pregno di significati e ci arriveremo completamente svuotati. Come una lunga corsa dove al traguardo siamo arrivati per primi. Contenti, ma stremati, ci avviciniamo alla premiazione, svuotati da tutto e pronti a colmare il nostro guscio dell’entusiasmo della vittoria.

Con The Last of Us – Parte 2 arriveremo dilaniati e quando ormai vuoti dovremmo accogliere l’ultima grande emozione, ciò che ci presenterà il gioco sarà l’ulteriore decisione. Forse giusta, forse sbagliata più per Ellie che per noi, o viceversa.

Alla fine del viaggio

The Last of Us – Parte 2 è un gioco che lascia storditi, dalla forza di come narra questa storia, dal vortice di violenza che attanaglia e per lo sforzo eccessivo che chiede al videogiocatore. Il recente review bombing conferma quanto scritto poco sopra: non piacerà a tutti, più per il coraggio che i difetti.

Questi ci sono, giochi perfetti non ne esistono e in questo caso si tratta della presenza di fastidiosi bug che riguardano Ellie, che tende troppe volte a incastrarsi in alcune zone. Anche i nostri compagni di viaggio non sono da meno, con alcuni momenti che smettono di essere reattivi nelle fasi di fuoco. Stessi problemi ci sono anche nelle sessioni a cavallo, con il nostro animale che andrà a sbattere inspiegabilmente contro ostacoli ombra o incastrarsi in alcuni punti.

Tutti piccoli feticci che non rovinano certo l’esperienza, perché in prima linea come grande ostacolo è proprio la costante angoscia, l’insistente malessere che trasmette il gioco. Non ci sarà porta che aprirete con spavalderia. Ancora una volta, non saranno gli infetti a preoccuparvi, bensì la rabbia viscerale e l’odio degli uomini. Un circolo vizioso a cui nessuno potrà mettere fine. Forse.

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9.7

Recensione Breve

Se The Last of Us si rivelò il canto del cigno della generazione PlayStation 3, The Last of Us – Parte 2 è senza ombra di dubbio il canto del cigno di questa generazione, in attesa di ritrovarlo in edizione remastered per PlayStation 5, così da giocarlo di nuovo.

Naughty Dog confeziona un altro titolo perfettamente, questa volta chiedendo uno sforzo in più al videogiocatore, ovvero quello di lasciar riposare e maturare il gioco nel nostro cuore. Arrivare a capire e comprendere le azioni dei protagonisti. Magari giustificarli se ne siete capaci, ma se anche non lo faceste, le emozioni che sentireste lungo la schiena saranno tangibili.

The Last of Us – Parte 2 si mostra come l’unico sequel possibile per il mondo tratteggiato sette ani fa, che qui esplode in un turbine di violenza senza pari. Fatevi consumare dalla vendetta di Ellie, oppure prendetela per braccio e cercate di capire il perché delle sue azioni.