The Padre è un videogioco d’avventura horror sviluppato da Shotgun with Glitters che adotta uno stile 3D retrò, un punta e clicca parecchio intuitivo. È palesemente ispirato a titoli più remoti, come ad esempio quelli della saga di Alone in the Dark o i primi della serie di Resident Evil. Il gameplay mi ricorda anche Grim Fandango, mentre i modelli rimandano perlopiù a Minecraft.
Alexander, il tizio con la testa quadrata
Nell’indie si vestono i panni di Padre Alexander (sì, la sua testa è un cubo), un uomo di alto credo di cui non si sa molto circa la sua identità. Il gioco parte infatti subito a cannone senza spiegare molto del protagonista o della trama, che viene poi approfondita solo continuando l’avventura. Sotto ordine del Signore, l’obiettivo del nostro eroe sarà quello di trovare un cardinale scomparso nel nulla.
Il nostro Alexander possiede un enorme fascino ed un carattere notevolmente burlesco. Ha una speciale dote: quella di non aver mai paura di fronte a nulla, neanche in situazioni più estreme. Durante le esplorazioni ci accompagnano infatti le sue battute e citazioni ad altri videogiochi che rendono praticamente l’intera opera un mix di tenebroso e ironico sapientemente bilanciato. Amo questo personaggio!
Una villa infestata
Il titolo si ambienta in una villa colma di dettagli. È particolarmente estesa e molto creepy. Si ha la possibilità di esplorare (con solo il tasto sinistro del mouse) stanze segrete, sfogliare note e lettere narranti di strane vicende, trovare armi, pozioni e mandare al tappeto strane figure presenti in giro per la mappa. Purtroppo l’esplorazione viene frequentemente disturbata dalla “goffaggine” della telecamera che spesso si blocca in angoli fissi della stanza complicando la vita a chi gioca.
Durante le indagini si ha a che fare inevitabilmente con nemici bruttissimi tra cui demoni o zombi. Questi non si manifestano tramite jumpscares come spesso accade nei titoli horror, ma sono semplicemente presenti all’interno delle varie stanze.
Per stenderli non bisogna avere particolari doti, di fatto è molto semplice: è sufficiente cliccare un tasto al momento giusto. Si può optare per le armi ravvicinate come il piede di porco, oppure per quelle a distanza, come il fucile o la pistola, stando attenti al numero di colpi ancora a disposizione. Il corpo a corpo include anche la parata. Peccato che il sistema di combattimento non sia proprio il punto forte di The Padre: risulta infatti elementare e parecchio legnoso.
Permadeath: che ansia!
In The Padre è presente una caratteristica principale: man mano che il giocatore soccombe, una fiala di vetro si riempie pian piano di “lacrime d’angelo”. Quando questa bottiglia arriva al massimo della sua capienza, si è costretti a ricominciare il gioco da capo, ma con più facilità siccome bisogna riaffrontare le stesse scene già viste in precedenza.
Il sistema di checkpoint è fin troppo generoso nei confronti di noi players. Nel momento in cui si muore, è possibile respawnare a scelta in uno dei posti appena visitati senza perdere nulla, rendendo l’esperienza totale assai facile ma per niente frustrante. I caricamenti sono piuttosto rapidi, si tratta sempre di qualche secondo e non di più. Anche l’avvio del gioco infatti necessita di pochissimo tempo.
Enigmi
Gli enigmi sono molto originali, vari e diversi tra loro. Alcune volte risultano troppo complicati o snervanti ma ritengo che questa, per un gioco del genere, sia una nota positiva che aiuta solo ad immergersi maggiormente nell’esperienza. Per superare alcuni indovinelli e poter proseguire con la storia è d’obbligo esplorare per trovare determinati strumenti, molte volte sarà difatti necessario tornare indietro per recuperare quello che si ha tralasciato prima.
Doppiaggio e traduzione
Sin dall’inizio si nota che il doppiaggio del protagonista è stato ideato con cura, ed è stato selezionato molto bene. La sua voce calda e tenebrosa si adatta perfettamente al gioco. Così come la colonna sonora, aspetto fondamentale del titolo.
Nella traduzione letterale del gioco in italiano, non ho trovato errori grammaticali.
Concludiamo…
Beh è palese che il titolo punti ad essere una parodia e che quindi perdi leggermente la componente horror: ma a me piace così. Il divertimento non manca anche se I primi minuti di gioco possono sembrare noiosi: vi assicuro che é una bella esperienza, tralasciando i piccoli problemi.