I ricordi, il dolore, la tradizione, sono tutti elementi che troviamo in What Remains of Edith Finch, il nuovo incredibile titolo di Giant Sparrow, software house già conosciuta per The Unfinished Swan.
Dopo una prima release esclusiva su Playstation 4 e PC, il titolo è pronto a sbarcare anche sulla console di casa Microsoft, grazie ad un accorto di pubblicazione con Annapurna Interactive. In questa recensione vi raccontiamo questo affascinante walking simulator, che ci porta all’interno di una vecchia enorme casa, alla scoperta delle storie della sfortunata famiglia Finch.
Una casa per tutti
La famiglia Finch è sempre stata unita nel corso degli anni, sin dalla costruzione dell’abitazione sul suolo americano, dopo che un naufragio fece sprofondare la casa originale durante un “trasloco” dalla Novergia. Noi impersoniamo una giovane ragazza, Edith Finch, l’ultima rimasta di questa famiglia, la quale, dopo aver ereditato la magione in cui lei stessa abitava quando era più piccola, mira a conoscere le storie, da sempre nascoste, sui suoi familiari.
In ogni stanza che visitiamo, c’è il ricordo scritto o grafico del parente che ha vissuto in quel preciso luogo. Ognuna delle storie che leggiamo o che impersoniamo ci travolge in un turbine di emozioni, felici o malinconiche, che portano inesorabilmente verso un finale scritto e deciso: la morte.
Alcune sono storie semplici, precise, altre criptiche, meravigliosamente rappresentate da un lato artistico e narrativo implicito, ma facilmente intuibile ed interpretabile. Attraversando quelle stanze, quei ricordi, Edith si libera lentamente di un fardello, comincia a conoscere le storie che le sono sempre state negate da sua madre e storia dopo storia la tela che compone il quadro della vicenda diventa sotto i nostri occhi sempre più nitida.
Durante l’esplorazione, la ragazza si confida – attraverso uno strepitoso doppiaggio in inglese – con il suo diario a voce alta. Ogni sua parola viene riportata sotto forma di sottotitoli, splendidamente e furbamente inseriti nell’ambiente di gioco. Proprio le parole, le musiche e gli ambienti che ci circondano solo la vera forza narrativa di questo stupefacente walking Simulator.
Il sole cala piano piano, le motivazioni della giovane cominciano a farsi sempre più chiare e la nostra paura di giungere da un momento all’altro alla fine di questo incredibile viaggio è tristemente reale, tanto che, una volta giunti al fatidico momento, il nostro stato emotivo viene circondato da un velo di avvilimento.
Sui titoli di coda rimane solo la voglia di rivivere quei momenti che, seppur di triste natura, colpiscono il giocatore nel suo punto più debole, facendolo barcollare in quel vortice di sensazioni tipico dei film e dei libri di successo.
Passi tra le memorie
Camminare, esplorare, interagire. Poche semplici cose ci sono da fare, ma come in tutti i videogiochi di questo genere, sono caratteristiche di gameplay funzionali alla portata principale dell’opera: la narrazione.
Tra enigmi ambientali e interazioni interessanti, il titolo di Giant Sparrow non da mai l’idea di essere ripetitivo o noioso. L’esperienza ci guida in maniera dolce e tranquilla per tutta la durata della vicenda, impendendo di farci sbagliare strada o di non trovare il percorso corretto.
Ogni storia presenta delle sue peculiari meccaniche, ognuna diversa dall’altra, rendendo il racconto più leggero, non solo dal punto di vista della giocabilità, ma anche da quello puramente narrativo. Un esempio concreto è la storia di Molly, dove prima siamo una dolce bambina in cerca di cibo, poi un gatto, un gufo, uno squalo e alla fine adirittura un mostro mangia uomini.
La bellezza attraverso gli occhi e le orecchie
Entrati in una qualsiasi stanza, sappiamo già valutare il tipo di persona che l’abitava, questo per merito di una cura nei dettagli pazzesca. What Remains of Edith Finch è incredibilmente ben realizzato a livello grafico, grazie anche ad un utilizzo notevole dell’Unreal Engine 4, che da il meglio di sé proprio all’interno dell’enorme magione, senza però sminuire le parti esterne.
Gli sviluppatori sono stati attenti ad ogni più piccolo dettaglio, dai raggi del sole che attraversano le finestre fino al più piccolo oggetto presente, garantendo sempre un impatto visivo di altissimo livello e una fluidità impeccabile e senza cali di frame rate: infatti il gioco rimane ancorato ai 30fps per tutta la durata.
Oltre alla bellezza estetica, anche il sonoro, dalla sua, aiuta tantissimo l’atmosfera generale dell’esperienza, non solo per quanto riguarda gli ottimi effetti, ma anche grazie ad una colonna sonora eccezionale, che ci accompagna insieme a Edith nelle misteriose stanze della villa e nelle storie che la raccontano.
CONCLUSIONE
Le due ore della durata complessiva di questa meravigliosa vicenda le abbiamo vissute completamente in apnea, rimanendo folgorati dalla sorprendente originalità offerta dai ragazzi di Giant Sparrow. Un titolo di cui la vicenda ci ha profondamente toccato e impressionato, anche da una qualità grafica, artistica e sonora di altissimo livello.
Se The Unfinished Shawn era un primo banco di prova, questo What Remains of Edith Finch è la conferma e consacrazione della qualità di questo giovane team di sviluppo che ha, senza indugio, realizzato il miglior walking simulator dell’anno, che seppur breve, merita per qualità offerta i 20 euro richiesti.
I sottotitoli in italiano presenti nella versione Xbox One sono una motivazione in più per dare una possibilità a questo titolo, anche per chi non è avvezzo a codesto genere videoludico, chissà mai che una volta giocato, non rimaniate stupiti e innamorati anche voi di questo straordinario prodotto.