Nel marsma eterogeneo e nutrito dei JRPG molto spesso anche i titoli migliori trovano difficoltà a emergere e soprattutto a maturare la giusta base di utenza per diventare popolari. In questo genere, che sta sempre di più diventando di nicchia, la software house tedesca Deep Silver ha deciso di piazzare due titoli per rimpolpare la già nutrita squadra di giochi di ruolo presente su Nintendo 3DS. Uno è Shin Megami Tensei IV Apocalypse (la cui recensione arriverà presto su queste pagine), l’altro è 7th Dragon III Code: VFD in uscita il 2 dicembre sulla console portatile di Nintendo.

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Quest’ultimo è il quarto capitolo di una saga, nata su Nintendo DS nel 2009 dalle menti della defunta imageepoch e con un discreto successo di vendite, passata poi su PlayStation Portable con altri due capitoli non altrettanto apprezzati. Oggi ritorna su console Nintendo con il suo stile giapponese, ma nelle mani della tedesca Deep Silver.

A dire il vero questa rappresenta la sua prima uscita ufficiale sul mercato occidentale visto che i precedenti capitoli sono rimasti confinati in Giappone. Basteranno i draghi e i viaggi nel tempo a conquistare gli utenti 3DS d’occidente?

Le ere dei draghi

La trama di gioco si sviluppa 80 anni i fatti dell’ultimo 7th Dragon, ma questa prosecuzione temporale è incomprensibile per noi europei che, come detto, non abbiamo conoscenza degli avvenimenti dei precedenti capitoli. Questo è un limite forte per chi vuole cercare di apprezzare il filo narrativo o i rimandi a eventi passati e procedere con calma nella lettura dei testi, tutti in inglese come di consuetudine per i porting di medie e piccole produzioni di RPG.

Sorvolando su questo aspetto, la trama parte in maniera spedita e un po’ troppo sbrigativa facendo passare in pochi minuti il nostro alter ego da utente di un gioco di realtà virtuale, 7th Encount, ispirato all’attacco dei draghi del primo episodio a eletto per sconfiggere la minaccia dei mostri attraverso varie epoche storiche alla ricerca dei draghi che hanno attaccato in tempi diversi le varie popolazioni.

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Una trama che ben presto si mostra lineare e con un target di missioni fortemente votato alla esplorazione dei vari dungeon, al livellamento del party per affrontare le sfide più ostiche e alla raccolta di oggetti e materiali necessari a progredire nella storia. Un plot fin troppo familiare a chi è avvezzo a questo genere di videogame e che potrebbe scoraggiare nella prosecuzione dell’avventura.

Tra cut scene un po’ troppo lunghe e i non frequenti game over a causa di troppa foga negli scontri, la trama principale ha dei picchi di climax nel mezzo dell’avventura e verso la fine che meritano di essere vissuti, ma per il resto viaggia su un binario liscio e delineato. Sono anche disponibili alcuni piccoli DLC, alcuni gratuiti, che aggiungono qualche missione secondaria e qualche possibilità di livellare maggiormente il proprio party, ma che non sono assolutamente indispensabili.

La possibilità di scegliere il livello di difficoltà sia all’inizio dell’avventura sia nel caso ci si trovi davanti un drago particolarmente coriaceo farà la felicità di tutti i neofiti del genere, mentre i più smaliziati troveranno l’avventura discretamente impegnativa, seppur abbastanza accessibile anche al livello standard.

A caccia di esperienza e di squame

Già dalle prime battute 7th Dragon III code: VFD si mostra come un classico RPG con forti elementi di dungeon crawl. Il gioco infatti è un susseguirsi di missioni all’interno di dungeon con qualche minima variazione (trova i superstiti, recupera l’artefatto, raggiungi la stanza finale) che deviano solo in minima parte dagli aspetti esplorativi, di crafting e di livellamento già citati.

Da segnalare c’è un editor dei personaggi ben realizzato che ci permette di scegliere non solo la classe e il nome, ma anche l’aspetto di ogni singolo elemento del party con la possibilità di selezionare noi stessi lo stile di combattimento dei membri della squadra. Tra le varie classi la più originale è quella dell’Agent che dispone di armi da fuoco, ma capace anche di “hackerare” i mostri e, per esempio, costringerli ad attaccarsi tra di loro.

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Le varie stanze della sede della Nodens, società segreta responsabile del videogioco già menzionato dalla quale saremo assoldati, fanno da base per negozi, dormitori, incarichi di missioni secondarie e per l’accesso al portale temporale. Questo quartier generale subirà degli ampliamenti e miglioramenti grazie agli oggetti che porteremo con noi dalle nostre scorrerie contro i nemici.

Un turno per volta, un passo alla volta

Nei dungeon l’incontro con i nemici appare casuale, ma in realtà è inficiato da un radar di prossimità che si caricherà a ogni nostro passo, non importa in quale direzione. Gli incontri con i nemici avverranno in funzione di quanto cammineremo e non in base al luogo in cui saremo, un sistema utilissimo per livellare al meglio il party senza andare alla continua ricerca di avversari. I draghi veri e propri invece sono visibili sulla mappa, ma in una versione molto stilizzata che mostra solo una testa uguale per qualunque tipo di drago.

In battaglia 7th Dragon III è un classico gioco di ruolo a turni con telecamera puntata sugli avversari e i nostri alleati che compaiono solo durante la realizzazione di attacchi o skill. Uno stile di lotta e di gestione del combattimento molto familiare a chi ha già provato Etrian Odyssey. Niente di innovativo o di memorabile, ma il gameplay si difende bene e affonda solide basi in quella che è l’esperienza consueta di un appassionato di JRPG. Nonostante ciò molto spesso il pattern d’attacco di alcuni avversari è fin troppo ripetitivo e limitato e non offre particolari spunti strategici.

Ma guarda un po’, un drago

Il livello di dettaglio dei personaggi è discreto e non fa gridare al miracolo oltre che sembrare provenire da una generazione fa con modelli 3D molto semplificati e privi del mordente dei corrispettivi sprite. La storia non cambia con gli NPC che solo in alcuni sporadici casi sono caratterizzati a tal punto da essere facilmente riconoscibili.

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La situazione migliora leggermente con gli scenari nei quali la cura dei particolari è leggermente maggiore nonostante non raggiunga vette tali da lasciare il segno, con in alcuni una ridondanza di elementi a scenario. I nemici e i draghi seguono questo filone anche se sicuramente sono l’elemento più apprezzabile di tutto il comparto grafico con alcuni di esseri davvero ben disegnati.

Peccato per il frame rate che sulle prime versioni di Nintendo 3DS è leggermente instabile anche in situazioni meno affollate o cariche di effetti di luce. La paletta di colori usata è vivace e variegata con alcune deviazioni verso colori acidi e metallici usati soprattutto per la realizzazione degli spazi futuristici del quartier generale.

Indiscutibilmente l’elemento più gradevole del gioco sono le tracce della colonna sonora, molto intense e avvolgenti che non invadono mai l’azione di gioco, ma ne accompagnano e evidenziano i passaggi più intensi. Anche le campionature dei suoni sono piacevoli mentre da segnalare c’è la possibilità di scegliere le voci dei vari membri del party da una lunga lista di attori giapponesi.

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Commento finale dell’autore

Questo ultimo lascito di imageepoch risente forse della sopraggiungente chiusura dello studio e non ha beneficiato di una cura sufficiente per arrivare su Nintendo 3DS in grande stile. 7th Dragon III code: VFD è un buon JRPG, che purtroppo si scontra con troppe grandi produzioni e una console che è la casa di tanti suoi diretti concorrenti.
La poca familiarità degli occidentali con la storia, condita da troppi elementi legati a quella che è la tradizione dei giochi di ruolo che danno vita a qualche deja vù di troppo.

La grafica pare un po’ datata seppure sia molto gradevole e con alcune scelte apprezzabili, mentre il sonoro è il picco massimo della produzione Deep Silver. Un gioco che un pubblico più esperto potrà trovare appagante il giusto, ma che difficilmente potrà lottare con i grandi nomi del genere per trovare spazio nella memoria di molti.

Personalmente ho scoperto tardi imageepoch e ho imparato ad apprezzare i loro lavori quando forse era troppo tardi. Per un patito di livellamento come me questo 7th Dragon è un toccasana, ma l’ambientazione purtroppo mi lascia un po’ perplesso poiché se ne sono visti esempi del genere e non mi ha dato particolari spunti per seguirne lo svolgimento al netto dei punti di svolta già menzionanti. Consiglio comunque di tenere sott’occhi in futuro eventuali offerte perché a costi bassi è comunque da provare.

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