Cosa sarebbe successo se Grand Theft Auto fosse stato sviluppato per la prima volta nella generazione a 8-bit? VBlank Entertainment Inc. si sarà probabilmente fatta questa domanda e, armandosi di macchina del tempo (e nel gioco ne avrete a disposizione una famosa, ndr), ha deciso di prendere molto del gameplay della celebre serie di Rockstar e immetterlo in una atmosfera anni ottanta fatta di pochi pixel, ma altrettanto tamarra e violenta.
Retro City Rampage DX, versione deluxe di quella già apparsa su numerose piattaforme a partire dal 2012, approda anche su Nintendo Switch e ci propone tutto il suo carico di violenza, colori acidi e citazioni più o meno velate a icone della cultura pop contemporanea e passata.
Redenzione, ma non troppo
Nel vestire i panni del Giocatore (sì è proprio questo il nome del nostro alter ego nel gioco) ci troveremo in poco tempo a fare i conti con il nostro passato criminale e, in preda ad un impulso sconosciuto di pentimento, cercheremo di redimere la nostra vita di nefandezze combattendo coloro che prima erano i nostri compagni. In realtà questa espiazione per i propri crimini violenti si attua quasi sempre con altra violenza in un susseguirsi di armi, inseguimenti e uccisioni.
Una trama apparentemente lineare che si sviluppa in una sessantina di missioni dal grado di difficoltà variabile e un’atmosfera in molti casi no-sense che spinge a pensare che sia tutto un pudding di situazioni atto a spingerci a scoprire il prossimo improbabile compito che ci verrà assegnato.
Come detto in precedenza, buona parte della trama ci porterà a risolvere le missioni offerteci da un “familiarissimo” Doc Choc per sistemare la sua macchina del tempo. Questa è solo una delle decine di citazioni che riempiranno di spensierata goliardia questa parodia di tutto ciò che è la cultura pop degli ultimi decenni. Tra aziende dai nomi storpiati (come iPomme) e acerrimi nemici di porcospini blu, ogni missione è un susseguirsi di cammei non ufficiali e una ironia che colpisce indiscriminatamente anche la stessa industria dei videogame.
Peccato che tra le missioni disponibili, divise in tre livelli di difficoltà, ce ne siano alcune davvero troppo brevi e prive di quel mordente necessario per essere apprezzate. Perché considerare, ad esempio, missione un recupero di un pacco per il cui completamento ci vorranno due minuti totali pare un po’ poco. Questo però non impedisce al gioco di offrire per i compiti di difficoltà più alta un discreto livello di sfida e alcuni fallimenti/game over consecutivi.
Spara, ruba, ammazza… ordinaria amministrazione
Per chi volesse trovare in Retro City Rampage DX qualcosa di innovativo mi sento subito di dire che non è questo il suo punto di forza. Il gameplay si riduce a pochi semplici compiti: uccidere, rubare, scappare dalla polizia e uccidere ancora. I fan di GTA troveranno sicuramente familiare il gameplay così come la maggior parte dei tasti di gioco.
Tutto familiare ma anche molto semplificato, con la mira che agisce in maniera semi-automatica, bersagliando con i nostri colpi il primo ostacolo nella direzione da noi indicata, e la guida in auto che si controlla quasi esclusivamente con lo stick analogico eccezion fatta per il freno, il boost e le armi. Una sintesi di GTA con quel pizzico di comandi old style che in tanti apprezzeranno.
Non possiamo non citare le possibilità messe a disposizione dal gioco per modificare lo stile del personaggio (abbigliamento e acconciatura) e dell’auto con opzioni non solo per cambiare la tinta della carrozzeria, ma anche di aggiungere il Nos e le armi. Peccato solo che tutto questo si ripercuota nell’estetica sono in minima parte lasciando tanto spazio all’immaginazione e poco a vere e proprie modifiche visive.
Ultimo appunto riguarda la mappa che, sia nel menu di gioco che nella sua versione mini in game, appare sintetica e pulita, ma in alcuni casi priva di informazioni relative ai personaggi e alle location da poter visitare come ad esempio i saloni del barbiere o i negozi per customizzare l’auto rendendo la ricerca di questi luoghi, soprattutto durante gli inseguimenti con la polizia una vera e propria sfida.
A compensare il tutto ci pensa una intelligenza artificiale non certo proibitiva, che solo in alcuni casi mette alla prova le nostre capacità di gestione delle avversità. Un po’ più ostiche le sfide extra e la ricerca dei collezionabili che ai platinatori seriali potrebbero far dedicare al gioco almeno il doppio delle 5 ore circa necessarie al completamento della trama principale.
I like pixelone
Il filone mai esaurito di appassionati di grafica vecchia scuola troveranno, come già accennato, Retro City Rampage DX un concentrato di tutto quel neoclassicismo che da anni imperversa nella scena indie videoludica. Pochi pixel bastano a delineare non solo palazzi e strade, ma anche macchine e personaggio. Poco definiti per forza di cose risultano invece gli oggetti più piccoli che sono meno riconoscibili anche a causa della visuale che inquadra l’azione dall’alto (altro punto di contatto con i primi capitoli della serie GTA). Il che influisce anche sulle animazioni dei personaggi che risultano molto sintetiche, ma essendo di fronte ad un retrogame questa non può essere considerata una pecca così grave.
Anche la palette di colori segue questa gusto per le atmosfere retrò con tonalità acide e tanti contrasti di colore. In alcuni casi tuttavia la scelta delle sfumature di colori tende a semplificare eccessivamente le forme di corpi e oggetti e costringe a avvicinare gli occhi allo schermo, soprattutto quando Nintendo Switch è in modalità portatile.
La colonna sonora e le campionature dei suoni sono in linea con lo stile minimal del titolo: melodie monotono e suoni netti ed essenziali accompagnano tutto il gioco. Ma in questo caso, seppur ci sia un minima differenziazione sulle stazioni radio selezionabili, la suondtrack e più in generale il comparto sonoro soffre di un po’ di ripetitività e ridondanza che sulle lunghe sessioni diventa quasi monotono.
Conclusione e commento dell’autore
Retro City Rampage DX è un sandbox action che fonde lo stile grafico di un classico gioco vecchia scuola con una impronta da gioco duro e violento con tanti richiami e satira su quelli che sono gli stereotipi e i cult della cultura contemporanea.
Potrebbe sembrare un clone di GTA a prima vista, ma scavando a fondo si nota la sua vena no-sense e controtendenza che gli conferisce un’anima tutta sua. Peccato che la profondità di gioco di alcune missioni scada nella ripetitività e in una brevità alle volte deludente e che la mappa sia piena di punti di interesse non segnati e sempre da scovare.
Il gioco si presta facilmente a partite occasionali con tempi di gioco brevi anche se finirlo tutto d’un fiato potrebbe comunque appagare la vostra voglia di violenza e ignoranza.
Personalmente, dopo mesi passati sul profondo e immaginifico Breath of the Wild, questo Retro City Rampage DX è stato un pugno duro che mi ha riportato sulla Terra per farmi riscoprire il gusto di una risata e di qualche illegale omicidio o inseguimento.