Una lettera aperta, siglata da 13 team, è quella che è stata di recente recapitata a Psyonix.
L’oggetto è “Rocket League”, il videogioco a sfondo calcistico nato nel 2015, sviluppato proprio dalla statunitense Psyonix Studios dopo gli ottimi risultati del “fratello maggiore”, ovvero “Supersonic Acrobatic Rocket-Powered Battle-Cars” – legato alle acrobazie automobilistiche -, datato 2008.
Le richieste di eUnited, NRG Esports, Spacestation Gaming, Pittsburgh Knights, e degli altri, verso la casa produttrice sono legate, in questo caso, alla ritardataria calendarizzazione del gioco. Le domande sono sorte però soprattutto in relazione alla “Championship series” e alle modalità “multiplayer” di “Rocket League”: i partecipanti, affiancati in team, hanno chiesto perché i singoli giocatori abbiano discrezionalità di scelta rispetto al gruppo che rappresentano, e perché un eventuale abbandono del player, in quanto non rimpiazzabile, comprometta l’esperienza generale del team.
Il gioco di squadra, del resto, è sempre stato uno dei motivi di successo nello sport, ma anche negli eSports, perché il giocatore inizia, talvolta, a sentirsi parte integrante di una effettiva comunità.
Proprio per questo si parla di “multiplayer”, ovvero di una modalità capace di creare tutto l’entusiasmo e la partecipazione di un effettivo team. In pratica, in questo tipo di gioco, si possono fare simulazioni di volo, in stile “Top Gun”, con tanto di scontri aerei virtuali, così come, nel caso di “Doom”, agire per mezzo di armi super.
Va detto poi che nelle sfide a distanza di tipo MMO la quantità dei giocatori è considerevole, e anche il tempo speso, che può durare ininterrottamente per ore.
Tuttavia sono necessarie delle specifiche: ci sono partite “multigiocatore” che, per essere vinte, necessitano di una squadra affiatata e consolidata, ma talvolta bastano anche semplici alleanze di stampo occasionale.
Ed è qui che si inserisce la modalità “multiplayer” proposta dai sicuri casinò online aams (adm), i quali, più che rispondere a esigenze di ricreare una squadra virtuale, si basano su modalità di condivisione ludica della serie PVE (dove gli avversari sono personaggi immaginari) o PVP (in cui gli sfidanti sono reali, amici o sconosciuti). Praticamente, dal Bingo al Blackjack, fino alla roulette, gli operatori del settore ricreano sul web, grazie a queste strategie tecnologiche, la vera atmosfera di un casinò fisico. Il Poker, da questo punto di vista, è uno dei giochi più adatti per simulare, virtualmente, una squadra vincente: la modalità Texas Hold’em, ad esempio, si presta particolarmente all’interazione dei giocatori, con tanto di tornei e chat interattive. In questo caso si è più vicini al gioco PVP, mentre nel classico poker online ci si affianca di più al “Player versus Environment”.
Ma, oltre al casinò, come si vede dai cataloghi web, c’è un un’ampia gamma di giochi virtuali PVE di vario genere, come “Lego Legends” o “The Lord of Rings online”, sempre a sfondo fantastico. In ambito PVP, invece, non si possono non citare “Fortnite” e “Call of Duty Warzone”.
Si tratta di distinzioni comunque non sempre nette, come dimostrano le sempre più frequenti interazioni e commistioni tra generi: si veda dunque il caso di RAID, firmato Plarium Games.