Tomonobu Itagaki, famoso ideatore di giochi come Dead or Alive, Ninja Gaiden e Devil’s Third, è intervenuto alla Gamerome per raccontare al pubblico italiano come, secondo lui, bisogna produrre un videogioco e quali sono gli elementi essenziali che uno sviluppatore deve possedere.

Innanzitutto, dopo una breve presentazione dei suoi lavori, ci dice che la prima cosa da tenere a mente è che per realizzare dei videogame non bisogna pensare di realizzare dei videogame, ma piuttosto concentrarsi sul creare qualcosa di divertente che non sia strettamente legato ad un medium. L’elemento più importante dunque è la capacità di vivere la vita ed usare le proprie esperienze di essa per creare i propri lavori. Lui è cresciuto in montagna e, attraverso le sue esperienze, è riuscito ad ottenere molti materiali per i prodotti che ha immesso nel mercato. In questo senso, ritiene che chi venga dai paesi di campagna sia più portato a creare qualcosa di successo, rispetto a chi magari vive in città.

Nella vita di ogni essere umano però devono essere presenti due elementi, secondo Itagaki: l’amore ed il gioco d’azzardo. Quest’ultimo soprattutto è qualcosa di strettamente legato al videogioco, in quanto chi vuol far scommettere la gente crea un’offerta appetibile dove ogni partecipante crede di poter vincere.

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Un altro fattore che aiuta nella costruzione dei videogiochi è la strategia accompagnata dal proprio bagaglio culturale. Per esempio, in Devil’s Third, che è stato sviluppato in 5 anni,  c’è la possibilità di vivere un combattimento tra fanterie in un mondo distopico, dove la tecnologia è proibita e l’america è divisa in 14 aree in lotta per il controllo. Questo scenario è stato scelto da Itagaki in base al quadro politico americano di 4 anni fa, il quale secondo lui avrebbe condotto a una guerra civile. Tale ambientazione è stata possibile studiando la storia Americana in maniera approfondita e confrontandosi con vari esperti ed analisti in una sorta di missioni per predire gli eventi del futuro.

In questo senso, per un uomo è importante studiare la storia al fine di comprendere il presente e ciò che la vita gli proporrà nel corso del tempo. Ovviamente si tratta di qualcosa di valido in ogni campo, ma è necessario anche per realizzare un gioco, nel caso in cui si volesse sviluppare qualcosa ambientato in futuro come è successo ad Itagaki.

Cosa è dunque un videogioco? Per il famoso sviluppatore non è altro che un unione tra la cultura e le relazioni altrui, che ci spingono a comunicare qualcosa al prossimo.

Passando ad un lato più pratico, Itagaki afferma che pompare il comparto tecnico non rende assolutamente un gioco un buon prodotto, e ciò è quello che sta facendo l’industria in questo momento. Sempre secondo le sue analisi, ci vorranno circa 5 anni affinché si ritorni a puntare sul gameplay come caratteristica principale.

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Fare un buon videogioco è una dunque scommessa. Ma una cosa che può portare le probabilità dalla parte di un buon sviluppatore, è usare gli elementi tipici del proprio paese di origine, come Itagaki ha fatto con i ninja per Ninja Gaiden. Un discorso simile è stato effettuato sempre in patria nostrana dagli sviluppatori di CD Projekt.

 

Infine Itagaki ci svela che ha dei piani per la prossima ambientazione di un futuro sequel di Devil’s Third: L’europa. All’inizio del gioco, nella sua visione, si combatterà in Inghilterra per poi spostarsi in altri paesi come Russia e Turchia.