Il comitato di benvenuto di Vulcan Raven

Mi lascio il cadavere ancora caldo di Baker alle spalle e ripercorro la strada fin lì percorsa poco prima, tornando all’armeria. Qui, grazie alla tessera di livello 2 appena datami riesco a recuperare un FAMAS e qualche munizione. Raggiungo l’ascensore, evitando con cura di attirare l’attenzione delle guardie che, nel frattempo, sono arrivate a pattugliare la zona dopo il mio scontro con Revolver Ocelot e l’apparizione del ninja, e mi dirigo nuovamente al piano 1.

Forse è il momento adatto per rintracciare via CODEC la nipote del colonnello. La voce che mi risponde, sensuale e allo stesso tempo ferma e decisa, mi chiede immediatamente chi io sia. La ragazza sembra continuare avere dubbi sulla mia identità e continua ad avere dubbi, come al nostro primo incontro, sul fatto che io possa essere o somigli a Liquid Snake. Mi chiede come faccia a conoscere suo zio, il colonnello Campbell, e rimane molto sorpresa quando alla fine viene a galla che io sia Solid Snake, il, a detta della ragazza, “mitico” Solid Snake.

Meryl mi fornisce le informazioni necessarie a raggiungere il dottor Hal Emmerich, come consigliatomi da Baker prima di morire, ma non sembra prenderla troppo bene quando la invito a nascondersi e starmi fuori dai piedi perché ritengo la missione troppo pericolosa per una persona come lei. Dopo qualche remora alla fine la ragazza si convince a non cacciarsi troppo nei guai, così anche il colonnello potrà stare più tranquillo.

Prima che l’ascensore arrivi a destinazione ricevo nuovamente una chiamata via CODEC da parte di Meryl che mi comunica di avermi aperto la strada verso l’esterno, passando per il portale di carico. Prima di recarmi lì, però, recupero, sfruttando la tessera di livello 2, un rilevatore di mine. Se ne tengono uno in questa base significa che lo hanno usato, e se lo hanno davvero usato, mi sa che mi toccherà stare attento a dove metto i piedi la fuori.

Una volta imboccato il portale di carico ricevo, ancora, una chiamata da Meryl che mi invita a fare attenzione visto all’interno del corridoio del portale di carico ci sono dei raggi infrarossi collegati a dell’esplosivo.

Approfitto dell’occasione per fumare una delle mie amate sigarette e, proprio grazie al fumo prodotto in un ambiente chiuso da esse, riesco a rilevare i raggi infrarossi ed evitarli con facilità. Ok, sono all’esterno.

Una volta uscito mi trovo dinanzi un’enorme distesa di neve bianca, ma ancora prima di rendermi completamente conto dell’ambiente circostante ricevo una nuova chiamata via CODEC. Questa volta però non è Meryl, ma un soggetto anonimo che mi invita a fare attenzione a dove metto i piedi visto che la zona davanti a me pare sia disseminata di quelle dannate mine Claymore.

Un aiuto da parte di un ammiratore misterioso? Qui? Su un’isola sperduta di un arcipelago dell’Alaska? Impossibile!

Alla mia richiesta sulla sua identità il mio nuovo amico mi invita a chiamarlo semplicemente “Gola Profonda” e di fare attenzione, oltre che alle mine, ad un carro armato in agguato poco più avanti, poi chiude la trasmissione.

Grazie al rilevatore di mine riesco ad evitare di fare una brutta fine, ma, dopo qualche passo immerso in mezzo a questa neve bianca, sento la terra tremare sotto di me e un enorme carro armato M1 Abrams apparire all’orizzonte.

Una voce, quasi gracchiante, da dentro al mezzo mi urla contro:

“Questo è il territorio di Raven… I serpenti non vivono in Alaska, non ti lascerò passare”

Mentre ascolto la voce proferire queste parole, da dentro l’abitacolo del carro esce fuori un uomo enorme e muscoloso, pieno di tatuaggi tanto sul petto quanto sulla testa, completamente rasata e adornata dal tatuaggio di un corvo.
Dopo avermi sparato contro un colpo, rientra nell’abitacolo del mezzo, pronto a finire la sua opera.

snake racconta metal gear solid - incontroconraven

È Vulcan Raven, un altro membro della FOXHOUND, sciamano di origini alasko-indiane ed eschimesi, ho sentito che in passato è stato in grado di attraversare da solo a piedi il mare di Bering per raggiungere la Russia. Deve essere un pazzo esaltato e la sua innata passione per portarsi a spasso le mitragliatrici, appunto, M61 Vulcan che di solito vengono montate sugli F-16, non mi inspira sicuramente maggior fiducia nella sua persona.

Non posso danneggiare il carro dall’esterno solo con le armi che ho con me in questo momento, quindi l’unica soluzione che mi rimane è cercare di colpire il carro all’interno, magari con qualche granata ben piazzata. Dopo qualche tentativo riesco a centrare il bersaglio e far esplodere il carro, ma dopo l’esplosione di Raven non c’è traccia. L’unico che viene sbalzato fuori dal carro è l’artigliere che impugnava la mitragliatrice, al quale, privo di sensi, rubo la tessera di livello 3 grazie alla quale accedo, qualche decina di metri più avanti, al deposito di stoccaggio delle testate, lasciandomi alle spalle, mentre il portellone si chiude dietro di me, l’immensa distesa di neve bianca e il carro armato Abrams ancora in fiamme.

Non appena messo piede noto attorno a me decine e decine di casse, ma non riesco a capire bene di cosa si tratti, poi il suono del CODEC irrompe nuovamente nei miei pensieri. Il colonnello Campbell, con mia somma sorpresa, mi conferma quanto mi era già stato detto dal presidente della ArmsTech, ciò che ho attorno sono tutte testate nucleari smantellate lasciate lì a marcire.

Naomi inoltre mi comunica di aver appena parzialmente riprogrammato i miei nanoidi in modo tale da impedirmi di utilizzare armi per evitare scontri a fuoco che potrebbero avere conseguenze catastrofiche.

Riuscendo a evitare di attirare l’attenzione delle guardie, e tenendomi alla larga dallo sguardo vigile delle telecamere di sicurezza che sorvegliano tutta l’area dall’altro, riesco ad arrivare all’ascensore che mi porta al piano B1, nel quale trovo delle stanze con numerosi uffici poco sorvegliati. In giro per le varie stanze trovo numerosi colpi di arma da fuoco e con mia somma gioia anche un lanciamissili Nikita, in grado di lanciare piccole testate teleguidate.

Torno all’ascensore e lasciando il piano avverto nell’aria una strana sensazione nell’aria, ma di cose strane fino a ora non posso dire di averne viste e sentite certamente poche, quindi non mi fermo troppo a pensarci e mi dirigo al piano B2. Qui, una volta che le porte dell’ascensore si sono aperte davanti a me trovo un lungo corridoio, ma prima che possa muovere un ulteriore passo il trillo del CODEC attira la mia attenzione.

È nuovamente “Gola Profonda”, il mio caro ammiratore.

“Snake, sta’ attento! Il posto è saturo di gas e il pavimento è elettrificato”

Esattamente come prima, quella che al momento per è solo una voce via CODEC mi dà delle pessime notizie. La centralina alla quale è collegata tutta la struttura del pavimento elettrificato è, oltretutto, dal lato opposto alla mia posizione, e lo so solamente perché me lo ha detto il mio ammiratore via CODEC, dato che, dalla mia posizione, son ben lungi dal poterla avere nel mio campo visivo.

Dovrò quindi affidarmi ai missili teleguidati del Nikita, trovati poco fa, per raggiungere e distruggere la centralina elettrica e disattivare così il pavimento elettrificato.

Mi ci è voluto più di qualche colpo, ma alla fine sono riuscito a far esplodere quella dannata centralina e a disattivare l’elettrificazione del pavimento. Percorso il corridoio mi trovo in una sorta di doppia stanza di decompressione grazie alla quale ricomincio a respirare dell’aria pulita, o almeno quello che da queste parti sembra esserlo.

Mentre sto ancora riprendendo fiato sento provenire da dietro la porta che ho davanti a me diversi rumori di colluttazione, sembrano uomini colpiti dalla lama di una spada. Potrei sbagliarmi, ma a intuito direi che non se la stanno passando troppo bene. Varcata la porta mi trovi dinanzi a uno spettacolo abbastanza inquietante, anche per uno come me.

C’è sangue dappertutto, sulle pareti, sul pavimento, sui tanti cadaveri sparsi qua e là lungo il corridoio che mi si para davanti, tutti segnati dall’inconfondibile segno della lama che li ha uccisi.

Camminando lungo il corridoio noto anche dei fori dei proiettili sulle pareti, evidentemente quelli che oramai sono solo delle sagome accasciate in mezzo al sangue hanno fortemente provato, senza successo direi, a difendersi prima di cedere alla furia della lama. Mentre cammino, un uomo malconcio, ma ancora vivo, mi si fa incontro da dietro l’angolo del corridoio urlando come se avesse visto un fantasma, prima di accasciarsi definitivamente a terra.

Ancora preso dallo stupore proseguo lungo il corridoio e non appena girato l’angolo ciò che vedo dinanzi a me mi lascia piuttosto sbigottito. Il corpo di una delle guardie, ancora viva, è tenuto sospeso in aria per qualche istante, prima di essere lanciato via dopo essere stato colpito, ancora, da una lama. Poi appare lui.

snake racconta metal gear solid - greyfox

Disattivata la mimetica ottica che lo aveva tenuto celato ai miei occhi fino a quel momento, riesco a vedere nuovamente la sagoma del ninja che aveva già portato via l’avambraccio di Revolver Ocelot. Riesco a vederlo impugnare la sua spada con grande maestria, prima di vederlo sparire dietro una porta di sicurezza.

Credo sia giunto il momento di chiedergli qualche spiegazione.

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