Tom Clancy’s The Division ha catturato l’attenzione del Castoro, ma allo stesso tempo lo preoccupa su molti aspetti. Avendo provato la open beta, ho potuto finalmente immergermi nella fantastica atmosfera di una New York devastata da una misteriosa epidemia diffusasi tramite i soldi… Gli stessi soldi che daremo ad Ubisoft comprando questo MMOTPS tanto entusiasmante quanto preoccupante.

UBISOFT COLPISCE ANCORA… IN NEGATIVO

Il Castoro va sempre controcorrente e quindi decide di parlare prima degli aspetti negativi e poi di quelli positivi. Il primo argomento che tratteremo è il costo e per spiegarlo useremo un semplice dialogo:

Gli amici del Castoro chiedono: Quanto costerà Tom Clancy The Division?
Il castoro risponde: Un botto!

The Division Angolo Del Castoro

Facciamo due semplici conti. Il videogioco viene proposto al prezzo base di 69,99 euro (anche se Amazon lo propone a qualche euro in meno), a cui va sommato il costo del Season Pass (circa 40 euro) ed un abbonamento al PlayStation Plus o Xbox Live. Per godersi appieno l’esperienza di Tom Clancy’s The Division saranno necessari almeno 110 euro, che diventano 160 euro nel caso in cui si intenda giocarlo su console per almeno un annetto.

Ma lasciando perdere il prezzo, che è un flagello che ormai colpisce tutto il settore videoludico, parliamo della qualità tecnica del gioco: Ubisoft ha mantenuto le promesse sul comparto tecnico? Si tratta ancora di una beta, quindi dare una risposta certa a questa domanda sarebbe prematuro, ma, da quello che ho avuto modo di notare, il comparto tecnico è eccellente, ma alcune piccole dimenticanze fanno fare una brutta figura al videogioco tripla A. In linea di massima, la qualità è molto buona, ma in alcuni casi il livello di dettaglio è deludente se comparato ad un gioco a caso… diciamo The Last of Us. A sua discolpa c’è il fatto che si tratta di un MMO e quindi vanta un numero di elementi a schermo ben maggiore rispetto al multiplayer della popolare esclusiva di Sony.

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THE DIVISION: BUONA IMPRESSIONE IN FIN DEI CONTI

Non è tutto oro ciò che luccica e non è tutto sterco ciò che Ubisoft produce, anche se i recenti flop farebbero pensare il contrario. Non sono particolarmente contento dalle scelte commerciali del celebre editore francese, ma per quanto riguarda il gameplay e la qualità del gioco in generale, mi ritengo molto soddisfatto tant’è che più volte ho considerato l’ipotesi di comprare The Division.

La prima cosa che mi ha colpito una volta entrato nel mondo di The Division è l’atmosfera: la New York innevata vittima dell’epidemia, restituisce un senso di desolazione unico. Ma allo stesso tempo mette in risalto come i pochi sopravvissuti cerchino di avere la meglio nella loro personale lotta alla sopravvivenza.

Le fasi shooter sono straordinarie! Va bene che è un MMO con mille cose da fare, ma il cuore di uno sparatutto in terza persona sono i combattimenti con le armi da fuoco. Su questo aspetto Ubisoft è riuscita nel suo intento grazie a un sistema di coperture ben congegnato e un numero spropositato di armi riprodotte fedelmente.

The Division

Come ogni MMO che si rispetti, The Division punta forte sulla personalizzazione delle abilità e di centinaia di armi e armature; inoltre è previsto anche il crafting. Su questo aspetto c’è davvero da fare un plauso ad Ubisoft che già nei primi 7 livelli presenta decine e decine di equipaggiamenti e armi diverse sia nell’aspetto estetico, sia nelle statistiche.

Un’altra caratteristica che ho molto apprezzato è stata la straordinaria qualità della navigazione dei menu. Sembrerà stupido, ma una buona velocità dei menù è alla base di un videogioco godibile. Insomma, a chi piace perdere secondi preziosi in caricamenti inutili, menu poco chiari e male organizzati? Tutto è posizionato maledettamente bene: cambiare equipaggiamento o abilità è questione di pochi secondi, il resto lo si può dedicare ad ammazzare qualche brutto ceffo.

Contrariamente alle aspettative, c’è una trama, che viene narrata in modo non lineare grazie alle cutscene e i numerosi elementi sparsi nella mappa: tassello dopo tassello, il giocatore ricostruirà gli eventi che hanno scatenato l’epidemia. Come contorno, Ubisoft propone un doppiaggio interamente in italiano davvero ben fatto (Nota del Roditore: di tanto in tanto si trovano NPC che parlano lingue straniere, ma non è chiaro se sia una cosa voluta oppure una semplice dimenticanza).

DARK ZONE, QUESTA SCONOSCIUTA

In questa prima prova, il castoro si è concentrato esclusivamente sulla parte offline del gioco, infatti così come Destiny, anche Tom Clancy The Division è giocabile senza un abbonamento al PlayStation Plus o Xbox Live. Tuttavia si rinuncerà al 90% del gioco visto che si tratta di un MMO, vale a dire Massive Multiplayer Online.

Il vero pezzo forte dell’esperienza di Ubisoft sarà la Dark Zone: una porzione della mappa dove c’è il grosso dell’avventura con tanto di PvP abilitato. Questo aspetto però lo approfondiremo in fase di recensione quando avremo modo di esplorare ogni singolo angolo di New York nel dettaglio.

The Division vale l'acquisto?

IL CONSIGLIO DEL CASTORO

Si tratta di un videogioco estremamente promettente e uno dei pochi che ha attirato l’attenzione del roditore. Tuttavia, il prezzo troppo elevato è un ottimo repellente che molto probabilmente terrà alla larga una grossa fetta del pubblico. La paura principale è che con i 70 euro iniziali si acquisterà solo una piccola porzione di ciò che è veramente The Division.

Per un parere definitivo aspettate la recensione che sarà pubblicata sulle nostre pagine nei primi giorni di marzo, ma nel frattempo, ecco a chi consiglio questo videogioco di Ubisoft:

  • Chi dedica almeno 1-2 ore al giorno ai videogiochi.
  • Chi dispone di una buona connessione internet e magari un gruppo di amici con cui organizzare sessioni cooperative.
  • Chi gioca regolarmente online e quindi ha già un abbonamento al PlayStation Plus o Xbox Live.
  • Chi è disposto a varcare la soglia dei 100 euro per un singolo videogioco.

Ora il castoro torna nella sua diga a fare le sue solite riflessioni sul senso della vita, ma se vuoi un suo parere puoi scrivere un commento qui sotto oppure contattarlo su Twitter (@AngoloCastoro).

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