The Last of Us 2 usciva il 19 Giugno scorso e ad oggi, dopo pochi giorni di vita, è oggetto di un massiccio fenomeno di review bombing. Prima di iniziare a parlarne è doveroso fare una premessa: la possibilità offerta agli utenti di recensire i prodotti con articoli pubblici rivolti agli utenti stessi, è di per sé un ottimo servizio. Questa opportunità rappresenta un’evoluzione sensata della comunicazione tra azienda e cliente e tra i clienti stessi. Succede però che l’abuso di questa libertà di espressione diventi un canale per veicolare le proprie frustrazioni, pertinenti magari a tematiche coinvolte ma non centrali nella dimensione del prodotto di cui si parla. Il review bombing distrugge ogni tipo di progresso fatto per ottenere un dialogo sensato tra produttore e consumatore.
Questa forma di protesta è una delle più diffuse e viene utilizzata da moltissime community negli ambiti più disparati. In cosa consiste? Molto semplice: ogni fatto o elemento che induce a una qualsiasi forma di riflessione, conflitto o dibattito fuori dalla personale zona di gradimento viene tradotto in inutili, sterili, voti negativi e/o commenti sgradevoli. Questo è quanto di più lontano possibile dal concetto stesso di recensione e lontanissimo da una forma di comunicazione ben modulata che punta a fornire un feedback realmente valutabile dal produttore.
Il review bombing è un utilizzo distorto dello strumento recensione che può portare a una sua svalutazione totale.
The Last of Us 2: shame senza argomenti
The Last of Us 2 riceve una media voti da parte della stampa settoriale pari a 95 punti su 100 e 4.6 su 10 da parte degli utenti su metacritic. Sulla base di questi dati possiamo formulare due ipotesi: la prima vede TUTTA la stampa internazionale corrotta da Naugthy Dog per dare voti alti al titolo. La seconda vede uno sciame vastissimo di utenti che usa la recensione per esprimere opinioni fuorvianti su temi pertinenti ma non centrali nel prodotto. E sì, mi sto esattamente riferendo all’omosessualità di Ellie, alla violenza, ai cani che muoiono e ai leak sul gioco e al sessismo.
Chiedo scusa per l’eccesso di realismo, ma la teoria del complotto non mi calza e trovo seriamente improbabile questa ipotesi. Quello che invece è molto probabile è che la metà di quelle recensioni silenti sia dovuta a proteste di natura politica. Basta aprire metacritic per farsi un’idea: una vasta distesa di voti negativi accompagnati dal vuoto cosmico di chi non ha argomenti.
Ma non è sempre così, bisogna dirlo: ci sono moltissime altre recensioni che vantano ben due righe di insulti omofobi e proteste verso il presunto politically correct. Ellie è una donna non è Joel, le donne hanno i muscoli non sono esili e perfette come in altri racconti. Molte recensioni infatti lamentano il fatto che Ellie sia la protagonista della storia, inneggiando alla grande mancanza degli sviluppatori per non aver scelto Joel. Proseguendo ancora nella lettura emerge anche la frustrazione di chi è rimasto vittima del leak. A dirla tutta sono davvero pochi. Sono in molti, invece, gli utenti che si lamentano con disprezzo dell’incapacità di Naughy Dog nel gestire la fuga del contenuto. Viene colta ogni singola occassione per attaccare l’attaccabile.
Non sono del tutto assenti le osservazioni critiche elaborate. La presenza di queste, seppur debole, ci conferma che là fuori ci sono persone che sanno come fornire un feedback efficace. Tra le più articolate emergono lamentele in merito alla presunta intenzione di diffondere un messaggio politico nel videogioco e la scrittura dei personaggi stessa è stata oggetto di critica.
Il problema nel problema
L’aspetto più critico dell’intera vicenda è che molte delle recensioni scritte su metacritic risalgono al Day One stesso. Un titolo che necessita di almeno 20 ore di gioco non può essere recensito un minuto dopo l’apertura del thread sul sito. Questo evento ci dovrebbe fornire una dimensione adeguata di quanto ridicola sia la situazione che stiamo vivendo in questi giorni. La grande mancanza di argomenti nelle lamentele proposte si associa all’elevatissima probabilità che molte persone abbiamo manifestato odio e disprezzo gratuitamente. Questo a riprova del fatto che il nuovo spaventa e molto: Ellie diventa protagonista, omosessuale e altre donne ricoprono un ruolo centrale nella trama. Al maschio medio sessista, non piace questo elemento.
Diverse lamentele sarebbero canalizzate sul tema Social Justice Warrior che farebbe da padrone nella vicenda raccontata da Neil Druckmann e colleghi. E se davvero così fosse? Dove sarebbe il problema?
Quello che viene fuori da tutto questo odio e shaming gratuito è che una fetta molto importante della community dei videogiocatori non è in grado rispettare le volontà e il lavoro di un artista. Basandoci sull’assunto che i videogames siano una forma d’arte, qui è mancata la comprensione del principio solido di base: l’arte è politica, è manifestazione diretta di un’idea e di un pensiero. Il pensiero contenuto in un’opera le dona un’identità ed è solo grazie a questa che il gioco prende vita.
Neil Druckmann, in qualità di autore e scrittore, si è reso conto che il videogioco è molto più di semplice evasione. È infinitamente di più di semplice intrattenimento. Esso può rappresentare un mondo parallelo che non deve essere necessariamente estraneo in tutto al nostro. Un mondo dove poter parlare e vivere di tutto. Un mondo in cui emozionarsi e sentire il peso di quello che succede.
Il timido vento del cambiamento
Lo shaming su The Last of Us 2 è una palese presa di posizione. Una finestra che dona la visione dell’ennesima fetta di mondo incline al sessimo, all’omofobia e al maschilismo. L’ennesima stringa della umanità che per convenienza richiama il politically correct e non perde un attimo per fare un capriccio.
Tuttavia, seppur con enormi difficoltà, il vento del cambiamento sta soffiando. Nel medium videoludico sono sempre più presenti opere che rompono i taboo sociali e il perbenismo. Lentamente ma con costanza ci si sta dirigendo verso la realizzazione di contenuti sempre più spessi e profondi. The Last of Us parte 2 rappresenta la prima grande pietra miliare che nel mainstream ha sbattuto in faccia ai players temi di tale rilievo sociale. È un momento epocale per il mondo dei videogiochi.
Gli haters ci sono e ci saranno sempre. Ma non dobbiamo disperare:”resisti e sopravvivi“.