Mancano pochi giorni all’uscita di The Legend of Zelda: Breath of the Wild e, a prescindere dalla propria affezione verso la saga, in molti sono in attesa di mettere le mani su questo nuovo e rivoluzionario progetto Nintendo. Una attesa che dilania anche il vostro Dr. Nintendo che ha da poco prenotato la sua copia della versione Nintendo Wii U del titolo.
Non di Nintendo Switch poiché, dopo aver risposto alla maggior parte delle vostre domande su questa nuova console, il mio modo di rapportarmi con l’acquisto di nuove piattaforme non è cambiato. Nonostante infatti sia compiaciuto del concept proposto e della lineup per quest’anno solare, ci sono alcuni fattori che hanno frenato il mio desiderio di acquistare Switch:
- Possiedo già Wii U e quindi titoli com Breath of the Wild o Mario Kart 8 sono ancora giocabilissimi su questa piattaforma.
- Ci sono poche informazioni (e tanti quesiti) riguardo funzionalità e modalità dei servizi online.
- Preferisco non comprare piattaforme al day one, ma attendere una versione bundle interessante e/o un calo di prezzo.
Attenderò quindi almeno tre o quattro mesi prima di pensare di comprare Nintendo Switch. Certo a partire da questa estate con la pubblicazione di Splatoon 2, avrò un motivo in più e difficilmente mi lascerò scappare una eventuale offerta, considerato che sullo shooter di Nintendo ho un conto in sospeso con il mio irascibile e peloso collega dalla cravatta rossa che ha lo studio subito accanto al mio.
Questo nuovo The Legend of Zelda però non poteva mancare alla mia collezione ed esperienza videoludica. Solo ora tuttavia mi sono reso conto di aver completamente trascurato nelle mie analisi questo titolo. A dire la verità è stato il mio piccolo aiutante dal cappello a fungo a notare questo particolare e a darmi l’input per parlare di The Legend of Zelda: Breath of the Wild.
Ancora una volta mi sono messo a scartabellare il materiale in archivio e ancora una volta mi sono trovato a passare una manciata di notti insonni per riuscire a comporre un quadro sufficientemente completo. Quanto sono riuscito a mettere in ordine tutti i pezzi, mi sono ritrovato davanti una ipotesi sconcertante che credevo mai sarebbe potuta balenare nel mio cervello.
Zelda una volta
Lungi da me creare allarmismi o dare giudizi prima di provare il gioco, ma in mezzo alle milioni di notizie e alle centinaia di video che ho analizzato ho notato un fattore che molti vedono come positivo, ma che forse non tutti potrebbero digerire. Questo capitolo di The Legend of Zelda sarà diverso da come siamo abituati a pensare la saga.
Sono sicuro che a furia di rivederlo, anche voi abbiate consumato il trailer con il doppiaggio in italiano del gioco e vi siate emozionati ad ogni visione. Questo video sembra l’apice della nuova immagine della saga che pare dia molto risalto al pathos oltre che tragga ispirazioni e crei collegamenti con molti dei capitoli precedenti (Albero Deku e Kokori solo per citarne un paio) in un tripudio di ricordi ed emozioni.
Eppure, attorno a questo nucleo apparentemente solido di storia potenzialmente epica, aleggiano dubbi sul rapporto che la trama avrà con la componente open world, la quale sembra sia davvero predominante. Anche se con la sua discreta libertà di manovra, ogni capitolo passato di Zelda ci ha sempre proposto una certa linearità di condotta e pochi bivi o deviazioni possibili lungo il nostro percorso per salvare Hyrule, mentre per questo capitolo pare che il mood sarà diverso.
Breath of the Wild, a detta delle parole degli stessi sviluppatori, darà ad ogni giocatore tanta libertà di azione e di manovra, e tante possibilità non sono di deviare dal percorso principale, ma di raggiungere la meta finale attraverso la propria personale avventura nelle terre di Hyrule. Sto ipotizzando quindi la probabilità di non avere una avventura unica per tutti, ma tanti universi paralleli in cui porteremo Link verso un percorso alternativo. Ogni giocatore potrebbe avere i propri ricordi di Hyrule disposti in maniera diversa o addirittura totalmente antitetici rispetto a quelli di altri utenti.
Ci tengo a chiarire che questo non è un male assoluto, ma potrebbe essere un male relativo soprattutto nei confronti di una trama che potrebbe essere troppo spezzettata e poco marcata rispetto a come la potremmo immaginare noi utenti finali, complici anche i mini dungeon e le mini sfide di cui, a quanto sembra, sarà costellato il mondo che cozzano in parte con il passato fatto di enormi sezioni indimenticabili anche perché vaste e complesse.
La libertà fa paura
Infatti, perfino questi dungeon sembra possano aver subito una modifica sostanziale eliminando quella familiare consuetudine de “l’oggetto trovato nel dungeon serve per sconfiggere il boss di quel dugeon”. A detta degli stessi sviluppatori ci saranno più modi di affrontare i vari ostacoli, alimentando ancora una volta quella paura di avere davanti un mondo di gioco, più che open world, open mind.
Questo potrebbe non essere necessariamente un aspetto negativo ma anzi potrebbe cambiare il tipo di confronto sull’esperienza tra utenti. Dietro la domanda “come hai superato il mostro X?” non si celerà più la richiesta d’aiuto di un giocatore bloccato in un passaggio di gioco, ma la voglia di sperimentare nuove varianti di approccio alla stessa situazione.
A questa libertà di approccio si aggiunge anche la caratterizzazione molto variabile di Link. Se si considera infatti l’aspetto RPG della vastità di equipaggiamenti utilizzabili, in stile Dark Souls, ecco che ci si potrebbe trovare ad avere a che fare con centinaia di altri Link diversi dal nostro con stili di combattimento diversi. Ancora una volta The Legend of Zelda: Breath of the Wild potrebbe quindi proporsi non come un quadro da ammirare, ma come una tela sulla quale sono state solo delineati i tratti base dando al giocatore la libertà di colorarla a proprio piacimento.
Stabilire anche questa volta se si tratti di un pregio o di un difetto è tanto difficile quanto prematuro, non avendo personalmente ancora avuto tra le mani il gioco neanche in versione demo, ma questa ipotesi un po’ di paura la mette al vostro povero dottore che ha sempre apprezzato quel soffice sapore di leggenda da rivivere e non storia da scrivere che ogni The Legend of Zelda ha sempre suscitato nel mio inconscio.
La legge del DLC
Per di più il recente annuncio del Season Pass e la presenza al suo interno di una storia completamente nuova ha messo a soqquadro il mio stomaco e mi ha fatto riflettere sulla possibilità che la trama di The Legend of Zelda: Breath of the Wild esca a puntate o comunque monca per rispettare la mai troppo digerita “legge del DLC”.
Se così come sembra ci sarà una storia (o pezzo di essa) che non sarà disponibile nella versione standard del gioco, vuol forse dire che ci sono tante piccole storie che si potranno vivere? Vuol dire che la trama è eccessivamente spezzettata? O che di trama ce ne è molto poca? Domande che si collegano strettamente con le precedenti ipotesi e che mi fanno pensare che in Breath of the Wild potremmo trovarci davanti, seppur con le dovute differenze, qualcosa di simile alle modalità in singolo di Hyrule Warriors, con missioni quasi a sé stanti e tanto spazio al gameplay.
L’ultimo timore riguarda la componente online del titolo più in generale. Siamo in un epoca dove, per fortuna o sfortuna, anche il più solitario e immersivo dei videogiochi risente dell’influsso del multiplayer online e ci permette/persuade a non percorre tutto il viaggio da soli. Considerate le ultime scelte di Nintendo per quel che riguarda le sue saghe più single player (vedi il multigiocatore di Metroid Prime: Federation Force e di The Legend of Zelda: Triforce Heroes), come si comporterà questo “selvaggio Link” con la rete?
Finora per fortuna non sembra, esclusi i contenuti del Seasons Pass, ci siano altre interazione con l’online, ma il timore che venga inserito qualcosa di imprevisto, come per esempio scontri diretti contro altri giocatori che appaiono lungo il cammino, è sempre dietro l’angolo. Io mi auguro che Breath of the Wild sia una bellissima esperienza unicamente in single player e basta.
Saremo davvero difronte a Zelda?
Ancora una volta chiudo il mio articolo quando tutte le altre luci del palazzo sono spente da un pezzo, con la mia spremuta di Pianta Piranha oramai terminata e con la segretaria Peach che credo sia già comoda sul divano a giocare ad un vecchio Zelda per ingannare l’attesa di questi pochi giorni.
Chiudo la mia digressione ponendomi, e ponendovi, una domanda la cui risposta non tarderà a venire, ma che potrebbe non essere unanime. Breath of the Wild è un vero The Legend of Zelda? Tutte queste novità sono ancora associabili alla saga di Link?
Per ora la mia certezza è che il mondo di The Legend of Zelda rischia di non essere più quello al quale da anni siamo abituati. Finora ci hanno sempre offerto piccole novità installate in una macchina già rodata, mentre ora la mia sensazione è che Nintendo abbia messo sotto la carrozzeria di Link un motore che viaggia su regimi molto diversi.
Forse dovremo rivedere molte delle nostre certezze e molte delle nostre abitudini. La mia preoccupazione maggiore è che con questo cambio di rotta si rischi di dismettere l’ennesimo genere videoludico, l’adventure puro, di cui Zelda e Link hanno sempre divulgato il verbo. Spero solo di avere la mente sufficientemente aperta e adatta a comprendere e apprezzare Breath of the Wild.