C’erano una volte le console nude e crude; puri apparecchi tecnologici contenitori di quelle meraviglie intercambiabili che sono i videogame. Poi arrivarono le serigrafie e le edizioni limitate che diedero anche alle piattaforme di gioco una connotazione estetica più accattivante e misero in mostra non solo il design della scocca, ma anche orpelli grafici capaci di attirare l’attenzione degli utenti. Una attrattiva tale che i consumatori finali iniziarono a voler desiderare a desiderare queste versioni “limited” anche soltanto per un colore alternativo, una decorazione applicata o un logo speciale posti su di essa, trascurando eventuali giochi o accessori inclusi.
A pensarci bene sono anni che questa pratica è diventata comune e usata da tutti sia per andare incontro alle leggi di un mercato sempre più esigente di “fattore meraviglia” sia per aumentare le vendite di console che stanno subendo una flessione di vendite.
Il Live di Microsoft del 20 agosto in occasione della GamesCom di Colonia di quest’anno ha mostrato, oltre che una serie di titoli e trailer, due facce di questo mercato delle limited edition: da un lato la versione limited di Xbox One S di Minecraft, dalla livrea oltremodo pittoresca; dall’altro la seriosa e minimale colorazione della versione Project Scorpio di One X. Due facce di una medaglia, quella delle versioni esclusive che negli anni ha portato spesso a delirio da hype dei giocatori fino a rendere queste “opere d’arte” fonti di preorder selvaggi e di inevitabili sold-out.
Desideri a colori
Ma il giocatore ha davvero bisogno di queste edizioni limitate delle console? Facile rispondere negativamente a questa domanda vista la funzione di mero strumento che le piattaforme di gioco hanno rispetto al software, che dovrebbe essere il protagonista del mondo videoludico (un assunto che spesse volte viene dimenticato dagli editori e perfino dagli utenti finali, ma questa è un’altra storia). Eppure è innegabile che il fascino di questi colpi d’estro estetico degli sviluppatori di console siano un ottimo pretesto per acquistare finalmente la desiderata piattaforma visto che in molti casi allo stesso prezzo ci si può portare a casa un pezzo di design da mostrare in salotto. Quindi la mia risposta è “perché no?”.
Del resto spesso una serigrafia in più sulla scocca può diventare l’ultima goccia che fa vacillare la tentazione di chi ancora non possiede una console. Attenzione parliamo di non possessori di apparecchi che lo diventano, perché portare indietro una piattaforma per acquistare la medesima con colorazione differente o con un logo in più è assolutamente folle, oltre che economicamente svantaggioso (eppure c’è qualcuno che lo fa). Più in generale un fan di una determinata saga o un collezionista attento saprà attendere il momento opportuno per far sua una edizione limitata/esclusiva di una console per dare sollievo al proprio prurito collezionistico.
Ma, se la presenza o meno sul mercato delle edizioni limitate di piattaforme di gioco può essere accettata senza troppi scandali, meno accettabile è la tendenza a tramutare le console in variopinti soprammobili da salotto. In alcuni casi il buon gusto si infrange contro una appariscenza al limite del cattivo gusto o, al contrario, contro una quasi evanescente presenza di segni distintivi rispetto ad una versione standard.
E qui torniamo a parlare della conferenza Microsoft e delle sue console “speciali” presentate. La Xbox One S edizione Minecraft è al limite dell’eccesso di grafica. Troppi colori e forme che oscurano il design, e indirettamente anche l’essenza, della macchina. Ovviamente parliamo di una console pensata per un pubblico molto giovane che quindi potrà senza problemi apprezzare questo tipo di decorazioni. Eppure, al pensiero che la recente campagna pubblicitaria di Microsoft sia stata focalizzata sulla potenza tecnologia e su un serioso potenziale computazionale, vedere questo tipo di decorazione è alquanto destabilizzante: un po’ come vedere una Ferrari con una livrea dedicata a Hello Kitty.
Dall’altro lato c’è invece One X edizione Project Scorpio: un console nera con qualche effetto lucido e due piccole scritte in verde che riportano il nome del progetto, una sulla scocca e una sul pad. Un po’ pochino considerato soprattutto lo spazio (vuoto) disponibile sulla scocca della console. Pensare di desiderare una console del genere solo perché c’è scritto “progetto scorpione” è da collezionista fanatico.
Non solo eccessi
Il mercato per fortuna è variegato e abbiamo avuto in tempi recenti dei modus operandi intermedie molto apprezzabili dal mio punto di vista estetico, come le versioni Final Fantasy XV e Uncharted 4 di PlayStation 4, che graficamente forse possono sembrare un po’ banali, ma di certo gradevoli alla vista anche di una moglie/madre mentre spolvera, oltre alle apprezzabilissime versioni limited di Xbox One dedicate a Halo 5 e a Gears of War 4 (la mia preferita in assoluto).
Parlando della terza forza del mercato, anche Nintendo ha spesso percorso questa strada, con alterne vicende (ad esempio la recente edizione di Nintendo Switch dedicata a Splatoon 2 meritava quantomeno una grafica più distintiva con qualche macchia di colore in più) focalizzandosi specialmente sulle console portatili, come testimoniano le numerose colorazioni e grafiche alternative di Nintendo 3DS delle quali la futura versione Metroid: Samus Returns è da considerarsi come il canto del cigno visto che arriva a fine ciclo della piattaforma quando oramai il suo mercato è in netta flessione, rendendo questa versione una piccola gemma solo per i fan più coriacei della serie con protagonista Samus Aran.
Facciamoci furbi
In definitiva, tenendo sempre presente l’insindacabile gusto personale di ogni giocatore, le console in edizione limitata sono un apprezzabile aggiunta all’offerta standard delle console oltre che un incentivo a comprare qualcosa che è già nei desideri dei potenziali acquirenti. Le scelte ci sono e ci saranno sempre, ma non fatevi abbagliare dai lustrini e dagli specchietti.
Il miglior modo per resistere a una tentazione e cedervi… Ma alle giuste condizioni, ovvio. Non bisogna farsi ingolosire da queste meravigliose e ammalianti versioni perché il rischio più grosso è quello di spendere soldi superflui per qualcosa che poi potrebbe perdere di fascino nel giro di qualche tempo. Meglio investire soldi nei software piuttosto che in una decalcomania posticcia.
Dall’altro lato della palizzata, le case dovrebbero valutare bene i rischi e vantaggi di realizzare queste limited edition: troppa apparenza non fa bene così come la pacchianeria di troppi colori; di contro essere troppo minimali rischia di lasciare nell’utenza la sensazione che si stia comprando un nome più che una console, che si stia pagano un marchio più che la piattaforma.