Ne abbiamo sentite di tutti i colori sui videogiochi: che fanno male, distraggono e provocano danni al cervello. Per quanto continuino a essere pubblicate ricerche che ne esprimono i lati positivi c’è sempre quel qualcuno pronto a trovare il male in tutto. Questa volta i bambini che “videogiocano” vengono paragonati agli alcolisti e ai dipendenti da droghe.
La ricerca è apparsa all’interno di un articolo scritto sul noto giornale Il Fatto Quotidiano. la notizia cita gli studi dello psicologo Aric Sigman (potete trovare il suo trattato qui) il quale non si sofferma grandemente sui videogiochi ma su quanto possa essere deleteria la visione prolungata della TV o di altri apparecchi elettronici dotati di schermo in tenera eta. Se da un lato concepiamo come la televisione possa diventare una gabbia senza sbarre per i bambini, dall’altro lato vi sono sempre le responsabilità dei genitori verso i propri figli e su quello che fanno.
Quanti sono i genitori che danno uno smartphone ai propri figli solo per farli rimanere in silenzio? Un metodo facile per placare l’irrequietezza e trovare un attimo di pace. Una responsabilità, quella dei genitori, che spesso passa in secondo piano a favore delle campagne di demonizzazione contro i media in genere. In ogni caso l’eccesso, come per qualunque cosa, non è mai positivo e c’è sempre bisogno di dare dei limiti all’uso dei media e dei videogiochi.
Cosa ne pensate della ricerca e dell’articolo pubblicato su il fatto quotidiano? Credete anche voi che la colpa sia solo dei videogiochi e degli altri media? O pensate che l’uso della tv e delle nuove tecnologie con responsabilità possano evitare molti problemi? fateci sapere cosa pensate.